Nuove evidenze sull’interazione tra visione, postura e lenti progressive.
Comprendere l’uso effettivo per una personalizzazione avanzata.
Lo Studio e la Metodologia
Recentemente, uno studio innovativo ha utilizzato la tecnologia di eye-tracking per analizzare come i portatori di lenti progressive utilizzano effettivamente le diverse zone delle loro lenti durante attività di lettura e visione a distanza. Coinvolgendo 26 soggetti presbiti 17 uomini e 9 donne di età media 55 ± 7 anni, con un range tra 46 e 64 anni, i ricercatori hanno confrontato i dati di fissazione reale con le previsioni teoriche.
Lo studio mirava a dimostrare che la posizione reale della pupilla durante le attività visive può essere mappata con precisione sulla superficie posteriore delle lenti progressive, consentendo di identificare le aree effettivamente utilizzate dall’utente.
Queste mappe sono state ottenute analizzando le fissazioni degli utenti tramite eye-tracking e proiettando le direzioni dello sguardo sulla superficie della lente, considerando le coordinate della pupilla e la posizione di fissazione.
Utilizzo delle Zone Ottimali
È emerso che le aree della lente progressiva “libere da aberrazioni” sono quelle effettivamente utilizzate durante le attività visive, come dimostrato dalle percentuali di concordanza tra le regioni di uso teoriche ed effettive circa l’85% delle fissazioni a distanza e il 73% durante la lettura da vicino si siano verificate nelle aree previste. Queste percentuali indicano che gli utenti tendono a usare principalmente le zone ottimali, cioè quelle progettate per ridurre le aberrazioni e migliorare la qualità visiva.
L’Uso delle Zone Laterali e Non Funzionali
I soggetti utilizzano anche zone laterali e inferiori, con una percentuale significativa di fissazioni in queste aree. Per la distanza, circa il 15% delle fissazioni si trova fuori dalle aree teoriche di uso, mentre da vicino questa percentuale aumenta al 27%. Questo indica che, durante le attività di lettura da vicino, una maggiore proporzione di fissazioni avviene al di fuori delle zone ottimali previste teoricamente. Questo comportamento può essere attribuito alla necessità di adattarsi alle proprie abitudini visive e alla postura, che influenzano la posizione del corpo e degli occhi rispetto alla lente. Tali risultati suggeriscono che l’uso reale delle lenti progressive può differire dalle previsioni teoriche, sottolineando l’importanza di personalizzare le soluzioni ottiche in base alle modalità di utilizzo effettive degli utenti e del loro campo visivo occupazionale.
Il Ruolo della Funzione Accomodativa
La funzione accomodativa, ovvero la capacità di mettere a fuoco oggetti a diverse distanze, gioca un ruolo importante: evidenzia che i soggetti con maggiore capacità di accomodazione tendono a usare principalmente l’area deputa alla distanza, mentre quelli con minore capacità usano di più le zone intermedie o vicine, a seconda del testo e della posizione.
Implicazioni Pratiche per Lenti Ottimali
Comprendere come si usano realmente le diverse zone delle lenti ovvero come la postura individuale ne influenzi l’uso, è fondamentale per una personalizzazione più accurata, migliorando comfort e prestazioni visive. È fondamentale considerare che gli utenti tendono a sfruttare anche le aree laterali, quindi la progettazione delle lenti dovrebbe tener conto di questa realtà, ottimizzando le zone di utilizzo in base alle abitudini quotidiane. La funzione accomodativa, inoltre, può essere supportata da una corretta distribuzione delle zone di visione, facilitando il passaggio tra distanza e vicino senza sforzo eccessivo.
La scoperta che gli utenti spesso utilizzano zone laterali e che il comportamento di fissazione varia con la posizione di visione è molto utile per ottimizzare il design e l’adattamento delle lenti.
Verso una Personalizzazione Rivoluzionaria
In sintesi, comprendere il comportamento reale degli utenti e le loro modalità di utilizzo delle lenti progressive permette di offrire soluzioni più efficaci e confortevoli, migliorando la qualità della visione in tutte le attività quotidiane. In un’epoca in cui la personalizzazione fa la differenza, questo approccio con attenzione Visuo Posturale, può rivoluzionare il modo di prescrivere e adattare le lenti progressive, offrendo ai clienti un’esperienza visiva più soddisfacente e naturale.
Fig. 1: Immagine del clip-on con le lenti graduate applicate sulla parte anteriore dell’eye-tracker Tobii Glasses PRO 3 e schema del compito di lettura da lontano con eye-tracker. Per il compito di lettura a distanza, i soggetti leggevano ad alta voce un testo visualizzato su un monitor (Asus LCD Monitor VP228HE 21.5, Asus, Taiwan) posizionato a 5,25 m di distanza e 31,7 cm sopra la loro posizione di sguardo principale.
Fig. 2: Mappa di potere diottrico d’esempio di una lente progressiva
Fig 3: L’immagini mostra il processo di calcolo della proiezione dello sguardo sulla superficie posteriore della lente, considerando la posizione della pupilla e le regioni di utilizzo verticale e orizzontale basate sulle fissazioni dell’occhio rispetto al centro di riferimento della lente.
Immagini tratte dall’articolo: vedere fonte.
Fonte: Benedi-Garcia C, Concepcion-Grande P, Chamorro E, Cleva JM, Alonso J. Experimental Method for Identifying Regions of Use of a Progressive Power Lens Using an Eye-Tracker: Validation Study. Life (Basel). 2024 Sep 19;14(9):1178. doi: 10.3390/life14091178. PMID: 39337961
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