Articolo: dos Anjos, F., Lemos, T. & Imbiriba, Eur J Appl Physiol 116 , 1771–1779 (2016).

Questa recensione narrativa sintetizza e introduce 386 lavori precedenti sui sintomi e gli effetti indotti dalla realtà virtuale concentrandosi su cybersickness, affaticamento visivo, affaticamento muscolare, stress acuto e sovraccarico mentale

Gli Autori Propongono un programma di ricerca per affrontare le questioni relative all’ergonomia e ai rischi della realtà virtuale sul posto di lavoro.

Ci concentreremo sulla parte che più appartiene alla conoscenza Visuo – Posturale, ma si invita il lettore a leggere anche gli altri paragrafi legati all’affaticamento muscolare e sovraccarico mentale.

 

Panoramica sull’affaticamento visivo

Secondo Evans ( 2007 ), l’affaticamento visivo (chiamato anche astenopia, affaticamento visivo, affaticamento visivo, sintomi oculari) corrisponde generalmente ad affaticamento oculare e mal di testa. Sheppard e Wollfsohn ( 2018 ) citano l’elenco dei sintomi stilato dall’American Optometric Association: affaticamento degli occhi, mal di testa, visione offuscata, secchezza degli occhi e dolore al collo e alle spalle.

È noto che la visualizzazione stereoscopica induce uno sforzo visivo in generale.

 

Affaticamento visivo indotto dai visori di realtà virtuale aumentata

Diversi sono i meccanismi forieri di affaticamento visivo senza e con cinetosi. Le ricerche si concentrano sulla caratteristica primaria della stereoscopia, il fenomeno che consente di riprodurre segnali di profondità binoculari e propriocettivi (o oculomotori). Per comprendere meglio la differenza di funzione stereoscopica tra ambiente reale e virtuale, si invita il lettore a osservare l’immagine dove è evidenziato il confronto tra visione binoculare naturale e visione con HMD (head-mounted display – display montati sulla testa) Nella visione naturale il piano dell’accomodazione (*) e della convergenza si verificano sullo stesso piano, mentre nella visione HMD con stereoscopia, c’è una discrepanza tra accomodazione e vergenza che, per dare l’effetto stereoscopico, devono giacere su piani diversi.

Questo conflitto sensomotorio spiega principalmente l’affaticamento visivo con gli HMD. La mancata corrispondenza influisce sul legame accomodazione-vergenza determinando un conflitto sensoriale durante la percezione della profondità e spinge a movimenti oculomotori eccessivi.

Dos Anjos, F., Lemos, T. & Imbiriba, Eur J Appl Physiol 116 , 1771–1779 (2016).

L’articolo descrive che la stereopsi è possibile solo per un numero limitato di posizioni nello spazio

 

 

Da un punto di vista Visuo Posturale:

l’ipoconvergenza oculare o l’inefficienza accomodativa e sono associate a un minore impegno nel compito e a un maggiore affaticamento cognitivo durante compiti complessi (Bernhardt e Poltavski 2021 )

L’affaticamento visivo sembra essere correlato al tempo: più prolungata è l’esposizione alla realtà virtuale, maggiore è l’affaticamento visivo; i sintomi aumentano più rapidamente durante i primi 20 minuti d’utilizzo

 

Questionario sulla sindrome da visione artificiale (CVS-Q)

La cybersickness e l’affaticamento visivo condividono almeno due sintomi. I sintomi più comuni associati sono il: “Mal di testa” e la “visione offuscata”.

La cybersickness infatti descrive diversi sintomi oculomotori. I questionari, come quello sulla malattia della realtà virtuale (VRSQ) progettato per la cybersickness (Kim et al. 2018 ; Sevinc e Berkman 2020 ; Cid et al. 2021 ) o il questionario sulla malattia del simulatore (SSQ) di Kennedy et al. ( 1993 ), elencano sintomi simili a quelli dell’affaticamento visivo.

 

I fattori comuni

I fattori comuni che possono influenzare sia la cybersickness , sia l’affaticamento visivo sono: età, capacità visiva stereoscopica, disallineamento ottico (distanza interpupillare), il flusso visivo globale (parallasse di movimento) e il colore.

 

In sintesi

Nonostante i pochi lavori che affrontano direttamente l’affaticamento visivo indotto dalla realtà virtuale sul lavoro, gli esperimenti esistenti sottolineano che l’affaticamento visivo si manifesta con interazioni e contenuti simili a ciò che richiederebbe lavorare in realtà virtuale.

Pertanto, l’uso della stereoscopia deve essere utilizzato con discrezione.
Le ricerche indicano che la realtà virtuale genererebbe un carico aggiuntivo sui sistemi visivi dei lavoratori e, quindi, sul loro benessere. Inoltre, la possibile influenza dell’affaticamento visivo sul carico di lavoro della memoria disponibile potrebbe influenzare direttamente le prestazioni lavorative.

 

(*) Accomodazione: capacità autonoma di mettere a fuoco a diverse distanze.

 

Fonte: A narrative review of immersive virtual reality’s ergonomics and risks at the workplace: cybersickness, visual fatigue, muscular fatigue, acute stress, and mental overload

https://link.springer.com/article/10.1007/s10055-022-00672-0

 

 

 

 

 

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